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"Chascina"
di Tavola |
Luglio
2004 - Gennaio 2005 |
Fig.
1-
Cascine di Tavola, (PO) pianta
del XVI sec. attribuita a G. Dosio. Questa
tavola riporta la configurazione del complesso circa un secolo dopo
la sua costruzione. Al centro si trova la pescina; attorno
a questa sul retro e sui lati, vi sono le stalle; di fronte a sinistra
le stanze per la preparazione del formaggio e sulla destra le unità
di abitazione. L' edificio è situato nell'area compresa tra
Tavola e Castelnuovo. Una lettera di Antonio marchetti indica
che le fondamenta della Cascina furono scavate nell'aprile del 1477.
"uno casamento con più abituri drento a più stalle
attorno posto nel popolo di S. Maria a Bonistallo, luogho detto la
Chascina, co più messerizie e bestiame chome apresso, e prima
una casa". Inventario
laurenziano del 1492. |
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Romanitas
vitruviana |
Gennaio
- Luglio 2004 |
Fig.
1 - Disegno
per l'Insula medicea di via Laura, Firenze.
Il
disegno di Giuliano da Sangallo per il complesso mediceo di via Laura
è fra i numerosi e suggestivi progetti non realizzati e ideati
per residenze principesche dell'architetto fiorentino quello rimasto
inspiegabilmente in ombra e riguarda l'area dove attualmente è
visitabile l'edificio Scala della Gherardesca. Il progetto
è databile intorno al 1488
ed è di pochi anni succesivo il suntuoso edificio per Bartolomeo
Scala in Borgo Pinti. "Lo
fece edificare, e se ne valse per uso di propria abitazione il chiarissimo
letterato e storico fiorentino messer Bartolommeo Scala.....successivamente
passò alla nobilissima casa Della Gherardesca, la storica celebrità
della quale non può ignorarsi da' dotti". F. Fantozzi. |
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Maniera
Fiorentina |
Giugno-Dicembre
2003 |
Prospetto
e pianta di Palazzo Rucellai 1446-1451 Il
palazzo per Giovanni Rucellai sorse in via della Vigna nuova dietro
ponte alla Carraia a cinque assi e successivamente fu portato ad otto.
Era il primo palazzo di chiara impronta rinascimentale ad essere terminato
nel 1400 a Firenze otto anni prima la fine del monumentale palazzo
Medici in via Larga"Io
tolgo un velo di fila sottilissime, tessuto rado, e sia di qualsivoglia
colore, questo divido io di poi con fila alquanto più grosse
facendone quadri quanti mi piace sopra un telaio tutti uguali, e lo
metto intra l'occhio e la cosa da vedersi, acciò che la piramide
visiva penetrando passi per la rarità del velo." L
B. Alberti |
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Maniera
Fiorentina |
Maggio-giugno
2003 |
Palazzo
Busini Bardi via de' Benci, Firenze. "Prima
di raggiungere i costrutti formali vitruviani che saranno protagonisti
del secolo XVI con Raffaello e Baccio D'Agnolo la nascita del palazzo
rinascimentale fiorentino muove da una progressiva metamorfosi che
vede i suoi prodromi nella conquista della misura razionale e delle
caratteristiche proporzionali degli edifici. Insieme a questo metodo
brunelleschiano dalle valenze universali e metafisiche e all'interno
dell'humus delle cultura umanistica saranno ritrovati progressivamente,
lo spirito del testo di Vitruviano e gli elementi lessicali dell'autorità
degli Antichi dai quali fiorisce per prima la fondazione della pianta
centrale del palazzo privato. Su questa figura si eserciteranno solo
archi su colonne che fecero scuola come maniera fiorentina fino alla
rielaborazione dell'eredità brunelleschiana che vedrà la luce con
Giuliano da Sangallo che per primo seppe ritrovare con rigore filologico
le sonorità romane. Prima di allora il testo della nuova architettura
degli edifici privati sarà imbrigliata all'interno del muro bugnato,
sia esso medio, grosso a disegno o a graffito, dalla grandi connotazione
espressive e materiche ma lontano dalla morfologia della Roma classica." |
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Filippo
Brunelleschi |
Marzo-aprile
2003 |
Cupola
di S.M. del Fiore, Ludovico Cigoli
disegno. "Cosi ancora in quei tempi è mise innanzi
tutto ed in atto, lui proprio, quello che i dipintori oggi dicono
prospettiva, perchè ella è una parte di quella scienza
che è in effetto porre bene e con ragione le diminuzioni ed
accrescimenti che appaiono agli occhi degli uomini della cose da lungi
e da presso, piani e montagne e paesi d'ogni regione ed in ogni luogo,
le figure e l'altre cose di quella misura che s'appartiene a quella
distanza che le si mostrano di lungi e da lui è nato la regola
che è l'importanza di tutto quello che di ciò se fatto
da quel tempo in quà. Ed è più forte che non
si sa se quei dipintori antichi di centinaia d'anni indietro...se
lo sapevano o se lo feciono con ragione; ma se pure lo feciono con
regola come fece poi lui, chi lo potesse insegnare a lui era morto
di centinaia d'anni ed iscritto non si trovava, e se si trova non
è inteso. Ma la sua industria e sottigliezza, o ella lo ritrovò
o ella ne fu inventrice." Antonio Manetti Vita del Brunelleschi. |
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Città
in forma di palazzo |
Gennaio-febbraio
2003 |
Palazzo
Ducale di Urbino "Alle pendici
dell'appennino, quasi al mezzo dell'Italia verso il mare Adriatico,
è posta, come ognun sa, la piccola città di Urbino;
la quale benchè tra monti sia, e non cosi ameni come forse
alcun'altri che veggiamo in molti lochi, pur di tanto avuto ha il
cielo favorevole, che intorno il paese è fertilissimo e pien
di frutti; di modo che, oltre alla salubrità dell'aere, si
trova abundantissima d'ogni cosa che fa mestieri per lo vivere umano.
Ma tra le maggior felicità che se le possono attribuire,
questa credo sia la principale, che da gran tempo in qua sempre
è stata dominata da ottimi Signori; ...la gloriosa memoria
del duca Federico, il quale a' dì suoi fu lume dell'Italia;
nè mancano veri ed amplissimi testimonii, che ancor vivono,
della sua prudenzia, della umanità, della giustizia, della
liberalità, dello invitto e della disciplina militare;...Questo
tra le altre cose sue lodevoli, nell'aspero sito d' Urbino edificò
un palazzo, secondo la opinione di molti, il più bello che
in tutta Italia si ritrovi; e d'ogni oportuna cosa sì ben
lo fornì, che non un palazzo, ma una città in forma
de palazzo essere pareva.." B.Castiglione Il Cortegiano
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